Luca Barboni e il primo libro Italiano sul Growth Hacking
Intervista a Luca Barboni, che ci spiega cos’è il Growth Hacking è ci da qualche anticipazione sul suo nuovo libro.
Riassunto Articolo
Ciao Luca, presentati brevemente ai nostri lettori: chi sei, e come sei arrivato a scrivere il primo libro italiano sul Growth Hacking.
Mi chiamo Luca Barboni, romano, classe 89. Ho cominciato a lavorare nel Digital Marketing come social media manager freelance, e presto sono entrato in una startup tecnologica come Marketing Manager.
- Le mie competenze di Marketing hanno cominciato a spaziare in verticale. Ho cominciato occupandomi dei contenuti e del customer support. In breve mi sono ritrovato a fare strategia, Copywriting, SEO, Web e Mobile Analytics e altro ancora.
- Le mie competenze hanno cominciato a spaziare in orizzontale. Lavorando fianco a fianco con designer, business, programmatori, mi sono aperto a diversi livelli di comprensione di un prodotto che superano i limiti del marketing puro.
Proprio durante questo percorso ho scoperto il growth hacking: era il 2014 quando lessi la guida definitiva di Neil Patel (consigliatissima!). Per me è stata una specie di epifania. In questa guida il messaggio di Neil è molto chiaro: nel mondo del marketing per le startup c’è una rivoluzione in corso. Chi ha capito il meccanismo del growth hacking possiede un vantaggio competitivo innegabile. Ma per metterlo in pratica non basta riempirsi di buzzword e chiamare “growth hacking” quello che fino a ieri era “digital marketing”.
Perciò dopo aver studiato a fondo cosa fosse il growth hacking ho cominciato ad applicarlo ai miei progetti secondari. Ho ottenuto risultati tanto sorprendenti (letteralmente raddoppiato il mio fatturato da consulente in 6 mesi) da decidere di lasciare la startup per dedicarmi al 100% a questo mondo.
Da quel momento sono successe un bel po’ di cose:
- I miei contenuti sono diventati virali su slideshare.
- I miei talk sul tema hanno raggiunto migliaia di persone.
- Ho fatto formazione ad aziende come Enel, Mercedes e altre ancora.
- Grazie a mentorship e consulenza ho avuto l’occasione di condividere la mia visione con almeno un centinaio di startup.
- A inizio 2016 ho organizzato e sponsorizzato il 1° evento di risonanza europea in Olanda collaborando con la comunità europea e raggiungendo player come ING, Metro Group e Rockstart.
- A fine 2016 ho realizzato il primo Corso Intensivo in Italia, replicato in due date a Roma.
- Insieme al mio collega Federico Simonetti ho scritto il primo libro italiano sul tema pubblicato da una casa editrice mainstream (no bestseller Amazon a 0,30 cent).
Mentre scrivo queste righe mi trovo a Mountain View nella Silicon Valley, come partecipante al programma di 500startups: uno degli acceleratori di startup numero 1 al mondo.
Vista di Mountain View dagli uffici di 500startups
(photo by Stefano Tombolini)
Questo Growth Hacking è una buzzword, una moda, o è qualcosa di concreto?
Growth Hacking può essere inteso in tre modi:
- Un mindset. Un approccio alla risoluzione dei problemi. In questo caso, delle sfide del marketing per imprese ad alto rischio. Qual è questo mindset? Quello dell’hacking in senso lato. Ovvero, fissato un obiettivo chiaro, ricercare soluzioni non convenzionali che ci facciano avere dei vantaggi competitivi rispetto agli altri.
- Un processo di lavoro. Pratiche, documentazione, gestione del tempo e del team. Il growth hacking fa uso di un insieme molto specifico di framework per portare risultati in azienda. Il famoso High Tempo Testing professato da Sean Ellis, il Bullseye Framework di Weinberg e Mares, e altri ancora.
- Un movimento. Un insieme di professionisti del Marketing che hanno deciso di distaccarsi nettamente dalla figura del “Marketer Tradizionale”, e di abbracciare questa figura ibrida che persegue una visione olistica di crescita aziendale.
La mia definizione di growth hacking preferita è questa: è un nuovo modo di concepire il ruolo del marketing in azienda, che abbatte le barriere tra chi costruisce il prodotto e chi lo deve vendere. Il tutto viene messo in pratica dal growth hacker: una figura a cavallo tra design, programmazione e marketing, che coordina questo processo scientifico di sperimentazione e ottimizzazione continua, basando le sue decisioni strategiche sui dati.
[amazon box=”8857906736″]
Se potessi dare un solo consiglio a una startup, quale sarebbe?
Sii sempre consapevole della fase in cui ti trovi. Le imprese sono organismi complessi. Le startup probabilmente lo sono ancora di più. Se dovessimo esaminare la curva di crescita delle ex-startup che hanno effettuato con successo la transizione a grandi aziende, vedremmo che ci sono delle fasi ricorrenti.
Customer Discovery. Customer Development. Problem/Solution Fit. Product/Market fit. Se sei un founder di una startup e non sai cosa significano questi termini, potresti avere un problema.
Tipica situazione da Founder di Startup
Questo perchè a seconda della fase di vita della tua azienda, i tuoi obiettivi cambiano. C’è il momento giusto per sviluppare il tuo MVP e il momento giusto per raddoppiare il budget marketing. C’è il momento giusto per fare partnership strategiche e il momento giusto per intervistare i tuoi clienti faccia a faccia.
Ma se non stai tenendo sotto controllo (grazie alle metriche) lo stadio di maturità della tua azienda e del tuo prodotto, non importa quanto corri veloce.
Potresti stare correndo verso un muro 😛
Il giorno stesso della tua uscita, anche Sean Ellis, l’inventore della parola “growth hacking”, ha pubblicato un nuovo libro sul tema. Perchè dovremmo leggere proprio il tuo e non il suo?
Dovreste leggerli tutti e due!
A parte gli scherzi, è vero: il mio libro è uscito appena un mese fa, ed è disponibile online su Amazon.it e nelle principali librerie italiane (Mondadori, Feltrinelli, IBS).
Non è un caso che io e il mio collega Federico Simonetti abbiamo scritto questo testo per un pubblico italiano.
Il nostro libro vuole unire i puntini tra quanto è stato detto (e scritto) negli ultimi 10 anni di storia del “mondo delle startup”, dai più grandi imprenditori e innovatori della Silicon Valley. Sean Ellis compreso.
[amazon box=”8857906736″]
“Growth Hacking: Fai Crescere la Tua Impresa Online”
Il libro italiano n°1 sul Growth Hacking
Quando diciamo startup, non dobbiamo pensare a 4 ragazzini di 18 anni in un garage. E secondo la scuola americana, nemmeno alla definizione del nostro registro delle imprese. Come direbbe Paul Graham, il fondatore di YCombinator, la startup è una “specie” particolare di impresa innovativa che è stata progettata per crescere velocemente.
Ma di fatto “innovare” non significa altro che sfidare lo status quo per aumentare i guadagni o diminuire i costi! E buona parte di questo scenario ambizioso ma ricco di rischi è condiviso da piccole e medie imprese italiane. Specie quando devono lanciare un nuovo prodotto affrontando la trasformazione digitale.
Un metodo scientifico e misurabile come il growth hacking, grazie alla sua attenzione al dato e ad una visione olistica di crescita, è esattamente quello che ci vuole per mitigare tutti questi rischi per le imprese.
Crediamo fermamente in quello che facciamo.
Proprio per questo pensiamo che sia importante condividere temi che molto spesso rimangono in mano a pochi per via di barriere del linguaggio, o semplicemente perché nessuno si è preso la briga di approfondire il tema dando consigli applicabili al di fuori del mondo delle startup.
Per chi fosse curioso di scoprire se il growth hacking può davvero accelerare la crescita dell’azienda, questo link trovate l’Anteprima del Libro scaricabile Gratis!
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.